DA IVREA, VERSO SVIZZERA E SPAGNA. LA DISCESA ITALIANA GUARDA AI NUOVI PALCOSCENICI INTERNAZIONALI

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Dopo anni da componente dello staff tecnico, la leggenda della canoa discesa Vladi Panato, pluricampione originario di Pescantina, ha chiuso la sua prima stagione in qualità di Direttore Tecnico della specialità. Un anno ricco di successi ma anche di cambiamenti, novità e spunti di riflessione. Partiamo innanzitutto dall’esperimento di Pau, con slalom e discesa assieme. Un mondiale promosso o bocciato?

“Assolutamente promosso a mio modo di vedere. L’organizzazione ha lavorato bene e credo sia stato un grande successo. Certo, le cose da migliorare ci sono ma credo sia questa la strada da intraprendere e continuare a percorrere. Nel 2019 saremo a La Seu d’Urgell, in Spagna, nuovamente assieme agli slalomisti per poi tornare due anni dopo a mixare le due specialità a Bratislava. Cadenza biennale che permette di creare anche la giusta attesa e dà modo agli organizzatori di preparare tutto al meglio”. 

E’questa la strada che la discesa vuole percorrere? “Credo proprio di si. Come Federazione Italiana inoltre, ho presentato una proposta affinchè la canoa discesa sprint possa accorparsi in maniera ancor più radicata alla canoa slalom, già a partire dalle gare di Coppa del Mondo. Sarebbe un’opportunità unica per rendere ancor più avvincente questa nostra specialità creando un circuito di un certo spessore, nel quale non è esclusa la possibilità che atleti dello slalom si cimentino anche in discesa sprint e viceversa. Proposta dalla quale emerge poi la necessità che la discesa classica segua a sua volta un percorso indipendente, magari puntando ad un accorpamento con la maratona laddove la cosa potrà essere possibile”. 

La nuova stagione è oramai alle porte, e nel 2018 l’appuntamento clou è rappresentato dai mondiali sprint e discesa in programma in Svizzera, sulla Muota, dal 31 maggio al 3 giugno. Come preparerete questo avvicinamento all’evento iridato?

“Sarà una stagione particolare, nella quale inizieremo con il mondiale svizzero per poi passare alla coppa del mondo tra Celje e Banja Luka, fino ad arrivare agli europei junior e under 23 in programma da agosto a Skopje. Il tutto, ovviamente, affiancato da numerose altre gare nazionali e internazionali. Secondo una prima pianificazione messa nero su bianco assieme allo staff ci troveremo con il primo raduno nel periodo pasquale, puntando ad affinare ulteriormente la conoscenza del canale di Ivrea iniziando su un percorso decisamente impegnativo. Da qui ci trasferiremo poi in Svizzera, sulla Moesa, a pochi chilometri dal fiume che ospiterà poi il mondiale. E sarà proprio la Moesa il teatro delle selezioni in seguito alle quali ci raduneremo immediatamente per preparare il mondiale. La Muota è un fiume impegnativo, di quarto grado; dal punto di vista logistico non è semplice allenarsi lì, anche perchè i costi in zona sono piuttosto alti. La Moesa è un’ottima alternativa sotto tutti i punti di vista e di conseguenza rimarremo comunque in zona, preparandoci al meglio per l’appuntamento iridato”. 

Sarà un 2018 in cui guardare comunque avanti. Altri raduni importanti in programma?

“L’intenzione, oltre al lavoro a Ivrea, sulla Moesa e sulla Muota, è anche quello di affrontare un periodo a La Seu d’Urgell, in Spagna, teatro del mondiale 2019 che ci vedrà nuovamente fianco a fianco con gli slalomisti. Sarebbe importante per arrivare preparati e ancor più determinati”. 

Vladi Panato, tra gli atleti azzurri, ha avuto anche il non semplice compito di allenare Cecilia e Alice Panato, le sue due figlie che in più di un'occasione hanno saputo regalare grandi soddisfazioni in questa stagione alla canoa italiana. Archiviata la stagione 2016-2017 dal punto di vista dei risultati, quale bilancio può essere fatto per la canoa discesa italiana?

“Beh, dal punto di vista delle categorie junior e under 23 il bilancio è più che positivo, con diverse medaglie conquistate in questa stagione e con un mondiale, andato in scena a Murau, nel quale siamo stati protagonisti con dieci medaglie nella classica e undici nella sprint. Tanti e tante sono stati gli atleti che ci hanno dato grandi gioie e come allenatore sono davvero soddisfatto. Più articolato e difficile il discorso tra i senior dove comunque siamo riusciti ad ottenere risultati importanti e medaglie di prestigio; i nostri “veterani” sono tutti molto giovani e da qualche anno a questa parte c’è difficoltà a far si che un atleta decida di proseguire oltre una certa età. La svolta che sta prendendo la canoa discesa però, in risposta al calo degli ultimi anni, credo possa essere importante per provare a dare ai discesisti motivazioni in più per proseguire. L’entusiasmo che si è respirato ad esempio a Pau, in quello che è stato un vero e proprio evento per l’acqua selvaggia, può dare ulteriore stimolo a lottare e a rimanere in canoa per puntare ad obiettivi importanti. Come staff azzurro stiamo lavorando in maniera costante con i club per raggiungere questo obiettivo, e l’intenzione è quella di proseguire e rendere ancor più salda questa collaborazione”. 

Il lavoro e l’impegno danno risultati. E l’esempio, allargando gli orizzonti, è l’Adigemarathon che Vladi Panato segue in prima persona come organizzatore e che quest’anno ha sfiorato i 1500 partecipanti. Un grande evento che ha un segreto particolare?

“La passione di tutti e l’impegno sono alla base di questo successo. Ma ogni anno puntiamo a migliorarci. Quest’anno è andata molto bene ma adesso è arrivato il momento di fare un ulteriore step. Proprio per questo posso già annunciare che dalla prossima edizione saluteremo il cronometraggio “manuale”, rendendo il rilevamento dei tempi molto più preciso. Lo faremo dotando ciascun partecipante di un “chip” o comunque di un sensore grazie al quale tempi e intermedi vari saranno presi con facilità. Un po’come accade nel triathlon o in altre discipline, così da avere riferimenti ben più chiari e specifici, e dare un’ulteriore dose di professionalità ad un evento che continua a stupirci in positivo, e a regalarci grandi emozioni e soddisfazioni”.