BILANCIO MONDIALE, IL DT RODOLFO VASTOLA: L'ITALIA SI CONFERMA AL VERTICE, VERSO ROMA 2020 CON GRANDI AMBIZIONI

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A pochi giorni dalla fine del Mondiale di canoa polo a Welland, in Canada, il direttore tecnico delle squadre nazionali Rodolfo Vastola fa un bilancio della spedizione iridata. L'Italia è tornata a casa con una medaglia d'argento conquistata dagli azzurri senior e due di bronzo firmate dall'Italdonne e dalla squadre under 21 maschile.


“Tornare a giocare la finale dopo aver vinto due anni fa a Siracusa è sicuramente una grande soddisfazione per tutto il movimento polistico italiano. Rimane un po' di rammarico per il secondo posto perchè secondo me avremmo meritato la vittoria. Eravamo i più forti”, spiega senza mezzi termini il DT riferendosi alla finale persa 4-1 contro la Germania e conclusa con qualche recriminazione da parte degli azzurri. “Sicuramente noi abbiamo sbagliato l'approccio e non possiamo essere contenti di questo, ma ci sono state anche delle scelte arbitrali che ci hanno penalizzato, rendendo il nostro gioco meno fluido”. Il riferimento è al cartellino rosso subito da Gianmarco Emanuele: “Non è cosa di tutti giorni vedere un giallo e un rosso comminato allo stesso giocatore, cosa che ci ha costretti a giocare in inferiorità numerica per buona parte del secondo periodo. Inoltre trasformare un cartellino giallo e uno verde in un'espulsione è una lettura del regolamento che non ho mai visto prima. La Germania ha giocato con grande determinazione e si è laureata campione del mondo per la prima volta. Siamo stati contenti che i tedeschi abbiamo potuto conferire il giusto tributo alla memoria del loro compagno scomparso poco prima del torneo, Fiete Junge, al quale va anche il nostro pensiero e il nostro affetto”. Resta comunque la consapevolezza di avere a disposizione un gruppo di giocatori di massimo livello: “La rosa era più o meno la stessa che si è laureata campione del mondo due anni fa a Siracusa, un gruppo che ha fatto due finali del campionato europeo, due mondiali, una finale dei World Games e ha vinto una Coppa Europea. E' una squadra coesa e di qualità che potrà darci grandi soddisfazioni anche al prossimo appuntamento iridato, Roma 2020”.


Totale e contagiosa invece la soddisfazione per la nazionale femminile che ha conquistato la prima medaglia mondiale, il bronzo, nella storia della canoa polo italiana. “Una medaglia che arriva dopo un percorso lungo e faticoso. Va dato merito a Francesca Ciacio – tecnico federale – che dal 2013 ha lavorato con ostinazione alla costruzione di questo gruppo. Aver affidato la squadra ad una donna di tali capacità – prosegue Vastola - è stata una scelta vincente che ha portato i suoi frutti. La squadra può crescere ancora nei prossimi anni, anzi dal mio punto di vista poteva arrivare in finale ma forse è mancata un po' di esperienza”.


Capitolo a parte merita il bronzo degli azzurrini dell'under 21. “E' stata una scommessa che ho fortemente voluto e che si è rivelata vincente, così come la scelta dei tecnici federali Riccardo Ibba e Fabio Sauro che si sono dimostrati all'altezza. E' la vittoria della dedizione e del sacrificio, dell'abnegazione al lavoro. Un gruppo che magari ancora non ha fuoriclasse, ma può contare su cuore e ambizione immensi. Il risultato è figlio della grande energia che i ragazzi hanno messo in acqua che va oltre il livello tecnico”.


Il dt chiude con una riflessione sullo stato del movimento della canoa polo internazionale. “L'organizzazione di questo mondiale è stato un passo indietro rispetto alle precedenti edizioni. Ormai considerando il livello tecnico molto alto e la difficoltà organizzativa che può presentare un evento di questa portata, penso sia arrivato il momento di dividere le manifestazioni tra senior e under. Questo permetterebbe di rendere più snella l'organizzazione e consentirebbe di portare la canoa polo nel centro delle città. Siracusa lo ha dimostrato, c'erano migliaia di persone a vedere le partite. Sono momenti di promozione che non possiamo più perdere, dobbiamo avere più consapevolezza di noi stessi e del valore di questa disciplina, sia dal punto di vista tecnico che in termini di spettacolo. L'ICF dovrebbe lavorare in questa direzione, se non possiamo puntare alle Olimpiadi dobbiamo fare in modo che il nostro sport entri nelle città e venga scoperto delle persone”.