
Maggiore esperienza sul canale olimpico e preparazione del mondiale di Bratislava, questi gli obiettivi principali del team: “Stiamo caricando in vista del mondiale anche se il canale di Lee Valley è simile solo in parte a quello di Bratislava. L’acqua lì corre di più anche se il finale è decisamente impegnativo; in questo ci aiutano i tanti buchi presenti qui a Londra, sono situazioni che permettono di allenarsi proprio sulla gestione della canoa quando dislivello e potenza dell’acqua cominciano a farsi impegnativi da affrontare”.
Giovane e determinato, Omar Raiba nasce nel CC Viadana passando poi alla Marina Militare nell’ottobre del 2008: “E’stato un passaggio importante; aumentano le motivazioni ma anche le “richieste”di risultato nei miei confronti. So che questo è il mio lavoro e cerco in tutti i modi di farlo al meglio. Cerco di non trascurare nulla; dal passaggio meno impegnativo a quello più difficile, passando però a porre anche l’attenzione su cose meno tecniche ma che fanno comunque parte di un atleta. Come la mia canoa, con le stelle disegnate nelle vicinanze del pozzetto; una notte di qualche anno fa non riuscivo a prendere sonno e pensando, me le sono immaginate. Mi alzai subito, disegnai una prima bozza e la mandai al costruttore. Quando mi arrivò la barca fui molto molto soddisfatto; anche di queste cose è fatto il nostro sport”.
Una crescita importante quella di Omar Raiba, con l’auspicio, ovviamente, che possa continuare. Fondamentale, qualche mese fa, è stato il raduno organizzato dalla Marina Militare in Australia: “Durante i raduni della nazionale riusciamo a provare e riprovare canali importanti in tutto il mondo e di questo non posso che essere grato alla Federazione. Quest’anno inoltre devo dire un immenso grazie anche alla Marina che alcuni mesi fa mi ha permesso di affrontare un intenso periodo di allenamento in Australia, assieme ad Andrea Romeo, Stefano Cipressi e al nostro allenatore di società Matteo Appodia. Con Matteo, passato a fare l’allenatore da quest’anno, ci capiamo al volo e nel rapporto tecnico-atleta la comunicazione è più che importante. Questo raduno australiano mi ha dato un’ulteriore spinta per crescere e la speranza è che si possa proseguire su questa strada”.
Un’ultima battuta la riserviamo a Londra, città che ha incantato anche Omar: “Ho visto poco di Londra ma il Big Ben mi ha davvero impressionato. Ora siamo qui per allenarci e il turismo ovviamente passa in secondo piano; ma più avanti, quando magari sarò più libero dagli allenamenti, vorrei tornarci per visitarla con più tranquillità. Ora vado, anche se non posso non ringraziare tutti quanti per il supporto che mi stanno dando con un mega salutone particolare che voglio fare allo zio Sergio Rosati; voglio dirgli di star tranquillo, qui è tutto fantastico”.