RELAZIONE MONDIALE DI CANOA POLO SAINT'OMER A CURA DI ANDREA DONZELLI

images/PHOTO-2022-08-14-19-40-34.jpg

Il titolo dal punto di vista emozionale è: il mio ultimo mondiale di canoa polo come arbitro.

Il primo era stato nel 2006 in Olanda, anche se precedentemente avevo arbitrato delle partite nel 2004 in Giappone mentre ero allenatore della Nazionale, grazie a delle deroghe richieste dall'I.C.F. a causa della mancanza di arbitri (a quei tempi gli arbitri andavano a proprie spese).

Purtroppo sono arrivato ai Mondiali di St. Omer afflitto da una pesantissima infiammazione procuratami la settimana prima alle Finali di Milano. Questo mi ha impedito di fare i test fisici (fortemente voluti in passato e da quest'anno resi obbligatori) e pertanto le aspettative di arbitrare partite di altissimo livello sono venute meno. Mi sono messo pertanto a disposizione per arbitrare anche quelle partite "minori", affiancando spesso i più giovani, cui mi era richiesto di dispensare consigli. Ho affrontato ogni partita come fosse la finale, sapendo quanta fosse l'importanza per i giovani che disputavano il torneo più importante dal 2018 poiché a causa del Covid il Mondiale di Roma 2020 è stato cancellato.

Devo dire che l'incertezza sull'applicazione del regolamento regnava sovrana in questi Mondiali a seguito delle importanti novità regolamentari introdotte ad inizio anno, cui sono seguite diverse comunicazioni ufficiali di interpretazioni varie. In particolare è stato richiesto di non punire i giocatori con il cartellino verde alla loro prima infrazione, costringendo l'arbitro a memorizzare i colpevoli; questo non ha funzionato, sono stati fatti molti errori e la gestione di questa indicazione dell'I.C.F. ha sicuramente tolto concentrazione agli arbitri su tutti gli altri aspetti primari.

Non è solo mia opinione, infatti, che i grandi problemi nell'area dei 6 metri, sia in occasione dei tiri difesi con la pagaia, sia negli ingaggi tra difensore-attaccante e il loro uso delle pagaie sotto acqua, sono rimasti irrisolti, con gli arbitri fermi nelle loro vedute come anni fa e i giocatori che hanno molto aumentato la loro abilità e malizia.

Mi sento di affermare che mediamente la qualità dell'arbitraggio non sia stata all'altezza della qualità di gioco espressa dalle squadre, e che la forbice tra questi due fattori è pericolosamente aumentata, attenuata solo dalla crescita mentale degli atleti che ha contenuto le proteste in campo e le polemiche successive.

Esattamente quello che succede in Italia, ma questo è un altro capitolo.

La struttura di St Omer è una cattedrale nel deserto, una delle tre strutture costruite dal governo francese ad uso esclusivo della canoa polo. Ma le porte non erano regolamentari, avevano una barra interna che respingeva i palloni che entravano in porta, dando l'illusione a giocatori, arbitri e pubblico, che la palla fosse rimbalzata sul palo o sulla traversa. A nulla sono valsi i moniti al Comitato Organizzatore che non ha cambiato le porte.

Qualcuno ha pensato che il karma esiste davvero perché proprio la Francia femminile, in finale poi persa con la Germania, si è vista negare un goal dal nostro incolpevole Pelli.

L'Italia maschile, sia la Senior che la U21, è stata pesantemente condizionata da errori, sviste e atteggiamenti arbitrali come non succedeva da tempo. Come parte arbitrale sono stato chiamato a soccorso dall'entourage azzurro, cui ho cercato di offrire tutte la mia conoscenza regolamentare e statutaria affinché prendessero le decisioni migliori. Il tutto senza che venisse meno l'immagine nei confronti della squadra degli arbitri I.C.F. che era piuttosto scossa dell'accaduto.

Sulla logistica una nota: nessun arbitro è schizzinoso e siamo tutti molto elastici e comprensivi, ma alloggio e vitto sono stati letteralmente vergognosi, come testimonia il messaggio inviatoci da Thierry Noel Duboisson, decano arbitro francese, nominato Referee Manager dei mondiali, che scrive:

I also wanted to say that I was not associated with the organization (despite my request) and as a Frenchman in Canoe Polo, I am personally ashamed of the welcome we where received.  I participated, in responsibility, in the two championships of Thury Harcourt (2007 and 2014) and I would never have accepted such conditions.

È necessario che vengano stabiliti degli standard minimi cui dovrà attenersi in futuro chi organizza eventi del genere.

Infine scusatemi se la forma grammaticale non rispetta i miei standard...!

Andrea Donzelli