RELAZIONE DI STEFANO ZSIGMOND AI GIOCHI EUROPEI DI CRACOVIA

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La stagione agonistica inizia con la terza edizione dei Giochi Europei. I Giochi sono una manifestazione multidisciplinare che, in piccolo, è simile ai Giochi Olimpici. 

Infatti questa manifestazione è nata da una decisione dei Comitati Olimpici Europei che hanno scelto la regione di Malopolska. Che ha come capoluogo Cracovia. La prima edizione dei Giochi è stata fatta a Baku, Azerbaigian, nel 2015, e la seconda a Minsk, Bielorussia, nel 2019. Fatti i dovuti cenni storico geografici della manifestazione, passo al mio viaggio. 

Sono arrivato a Cracovia quasi a mezzanotte del 19.06. Il giorno successivo sono andato, con alcuni colleghi, al centro accrediti dove ci hanno detto che non era possibile stampare gli accrediti per mancanza di carta e, quindi, siamo andati via. Al pomeriggio la situazione si è sistemata. 

21.06 – Iniziano sul lago Kryspinow, molto frequentato specialmente nella stagione estiva, le gare di velocità dei 500 m e dei 200 m. Al termine delle gare il campo è stato smontato e, ci è stato detto, che non sarà più utilizzato in futuro. La sensazione iniziale che abbiamo avuto, vista l’ambientazione, è stata quella di trovarsi in un villaggio vacanze. Sensazione che è durata poco, perché con l’inizio delle gare siamo tornati alla normalità. 

Il compito che mi è stato assegnato è stato quello di coordinatore dell’ID control. L’ID Control consiste nel verificare che gli atleti che passano nel punto d’imbarco, siano effettivamente loro. Nell’accredito c’è un codice a barre o un QR Code che, letto con un lettore laser, permette di controllare, con un computer, che l’atleta, la nazione, il body, il numero personale, il numero d’acqua e, in caso di barche multiple, la composizione dell’equipaggio, siano quelli riportati sull’ordine di partenza. Nelle nostre gare questa serie di controlli viene fatto dall’allineatore mentre chiama le barche alla partenza.

Quando arrivano i K4 all’imbarco, la situazione diventa confusa per il numero delle persone, ed imbarcazioni, che contemporaneamente si trovano al controllo. All’ID Control eravamo in tre. Oltre me c’erano due arbitri polacchi, i cosiddetti NTOs. Io mi occupavo di “prendere” gli atleti man mano che arrivavano e li inviavo dal collega polacco dove potevano essere fatti i controlli di cui sopra. Io controllavo che sull’imbarcazione non ci fossero dispositivi elettronici e/o orologi. Gli accelerometri erano posizionati nella parte posteriore dell’imbarcazione. 

Il terzo collega, situato sul pontone, controllava che i body, nel caso di barca multipla, fossero tutti uguali, così come le magliette sotto il body ed i cappellini. L’unica concessione fatta è stata, visto il caldo afoso, era che il capovoga poteva non utilizzare il copri pozzetto. Per la durata della manifestazione sono sempre stato nella medesima postazione, perché nelle gare Internazionali non è prevista la rotazione degli incarichi. L’esperienza è stata utile e formativa e, cercherò di trasmetterla ai colleghi, in particolare a coloro che da poco fanno parte del Collegio. 

Un saluto a tutti. 

Stefano 

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