Dal 9 al 14 settembre, la graziosa cittadina di Avranches, in Normandia, ha ospitato gli Europei: l’ultima grande tappa della stagione dedicata alle nazionali. Insieme a Maurizio Pelli e Giulio Abbate, ho avuto l’onore di rappresentare l’Italia. Un privilegio che porto nel cuore.
Per me è stato il primo Europeo, dopo tanti anni come atleta nella nazionale senior femminile: una manifestazione familiare, vissuta però con occhi nuovi. Ricordo ancora l’adrenalina di Amsterdam 2007, la mia prima esperienza internazionale. Ero giovane, emozionata, con il cuore che batteva forte e gli occhi pieni di sogni. Dopo più di dieci anni, ho riscoperto la bellezza dello sport da una prospettiva diversa e, se possibile, con una responsabilità ancora più grande.
L’arrivo non è stato semplice: sveglia alle quattro del mattino, lunghe attese in aeroporto e un trasferimento in pulmino che ci ha portato a destinazione solo in serata.
L’atmosfera è frizzante, l’entusiasmo è alto e la voglia di far bene anima tutto il corpo arbitrale. D’altronde, questo Europeo sembrava spacciato fino a qualche mese fa, quando il comitato organizzatore ha rinunciato alla manifestazione. Ora vogliamo contribuire a renderla all’altezza di ogni altro Europeo, nonostante il poco tempo a disposizione per organizzarla.
Mercoledì 10 iniziamo la giornata con il referee meeting, guidato dal referee manager Steve Watts, per un aggiornamento sulle direttive arbitrali. Nessuna rivoluzione regolamentare, ma alcuni dettagli organizzativi da tenere a mente.
Interessante il tema dei controlli sui materiali: l’attenzione verso la sicurezza nel gioco e l’utilizzo di sostanze chimiche che possano alterare l’attrito delle imbarcazioni sembra essere molto alta.
Giovedì 11 si parte con la fase a gironi. Noi italiani arbitriamo nei gironi dove non sono presenti le nostre nazionali. Il mio compito? Supportare come secondo arbitro i colleghi più esperti. Le prime partite, riservate agli U21, non sono state troppo complesse, ma l’attenzione era altissima. Ogni match è una prova, ogni decisione un’opportunità per dimostrare preparazione e guadagnarsi la fiducia per le fasi decisive.
La giornata si è conclusa con un briefing guidato da Steve Watts e Swantje Korber. Poche lamentele, tanta soddisfazione: il gruppo stava lavorando bene.
Venerdì 12 si entra nel vivo con le partite più decisive. Tutto scorre liscio, ma la tensione cresce. Sappiamo che sono gare fondamentali per superare il girone e avvicinarsi alle posizioni alte in classifica.
E infatti arriva la mia prima grande assegnazione: Germania-Svizzera senior maschile, seconda fase dei gironi, come primo arbitro insieme al collega Ivan Fernades Canalejas (Spagna). Un match fisico, intenso, decisivo per l’accesso alla semifinale. Ho scelto di assecondare il gioco, mantenendolo nei limiti del regolamento. Il risultato? Vittoria tiratissima all’ultimo secondo e soddisfazione generale.
L’ultima giornata di gare vede assegnazioni importanti, come la semifinale femminile per Giulio Abbate: una partita complessa, tiratissima e di altissimo livello tecnico.
Purtroppo, il nostro volo di ritorno non ci ha permesso di partecipare alle fasi finali della manifestazione, escludendoci dalla possibile assegnazione di partite da medaglia. Ma crediamo di aver vissuto il nostro ruolo a pieno e di aver dimostrato a bordo campo il valore maturato durante il campionato italiano, riconosciuto a livello internazionale.
Con la fine degli Europei di Avranches si chiude anche la mia stagione, ma non per tutti: la Coppa Campioni in Polonia sarà l’ultima manifestazione internazionale che ci vedrà coinvolti. I colleghi Maurizio Pelli e Giulio Abbate ci rappresenteranno in due giorni di partite intense, alta competitività e forte spirito sportivo.