La giornata ha visto la presentazione delle “Buone pratiche”, ovvero progetti realizzati da varie realtà sportive in materia di sport e integrazione. La Federazione Italiana Canoa Kayak ha partecipato presentando il progetto “Il sogno azzurro”, inserito nella pubblicazione del Coni che racchiude i trenta migliori progetti presentati da enti, società e Federazioni Sportive, tra i quali anche quello della Federcanoa che ha portato come esempio la storia dei fratelli Sergiu e Nicolae Craciun. La pubblicazione è nata dalla volontà di raccogliere le esperienze elaborate sul territorio con l’intento di promuovere i comportamenti virtuosi che hanno fatto dello sport strumento per combattere ogni forma di discriminazione.
L’evento è stato anche occasione per presentare uno studio comparato sulla normativa italiana ed europea riguardo alle tematiche della cittadinanza sportiva, con l’impegno di accelerare ed incentivare l’iter di una normativa che regolarizzi la situazione italiana.
“L’iter legislativo rappresenta una battaglia di civiltà per far sentire gli atleti italiani non solo sportivamente” – sono queste le parole di Giovanni Malagò - “Siamo felici di questo percorso straordinario di sinergia ed integrazione” – ha commentato Alberto Miglietta – “E’ necessario pensare da punto di vista normativo una proposta di legge per garantire la cittadinanza sportiva”. “Sono sei anni che sono in questo paese e sono fiero di gareggiare sotto il tricolore. – commenta Nicolae Craciun (CC Aniene), protagonista e testimonial del progetto - “Per ora non sono ancora italiano e posso gareggiare per l’Italia senza però spero partecipare alle qualificazioni olimpiche. Spero che aumenti l’interesse e l’impegno del governo per garantire, a chi come me ha effettuato un percorso di studio ed è cresciuto sportivamente in Italia, di poter concorrere per le Olimpiadi del 2020. Ogni giorno ho uno stimolo in più per raggiungere questo traguardo perché sono convinto che italiani non solo si nasce, ma soprattutto ci si diventa”
“Rendere un individuo membro di una società” è questa la declinazione che la Federazione Italiana Canoa Kayak ha voluto dare al progetto “Il sogno azzurro” in accordo con l'obiettivo del Manifesto Sport - Integrazione del CONI, ovvero “promuovere, attraverso lo sport, l'inclusione e l'integrazione dei migranti di prima e seconda generazione sul territorio italiano e di contrastare la discriminazione raziale e l'intolleranza valorizzando la diversità come risorsa”. Una definizione tanto preziosa quanto importante nella quale la Federazione ha creduto associando l’integrazione sociale alla pratica sportiva. Nicolae e Sergiu Craciun, sono due “fratelli di pagaia”, simbolo di uno sport che li ha aiutati a “crescere” fuori e dentro l’acqua. La parola scelta per identificare la funzione dello sport all’interno della loro carriera agonistica è proprio “integrazione sociale”. E’ nato così il progetto “Il sogno azzurro”, con l'obiettivo di diffondere la conoscenza della canoa canadese attraverso l’integrazione e incrementare da un punto di vista quantitativo e qualitativo la preparazione degli atleti.
Si è intrapresa la strada dell’integrazione al tal punto che, dalla base, i due atleti sono arrivati a rappresentare la nazionale italiana nelle competizioni di alto livello con l’obiettivo di prendere parte alla qualificazione olimpica, indossando il tricolore a seguito dell’ottenimento della cittadinanza Italiana per puri meriti sportivi. Lo sport della canoa è riuscito a coinvolgere il gruppo in maniera naturale e senza pregiudizi, stimolando la crescita dell’intera organizzazione e del singolo individuo. Il lavoro di assieme e di integrazione effettuato con la squadra ha rappresentato un forte veicolo di socializzazione in una realità predominata dall’agonismo e dalla sfida. Gli atleti extracomunitari hanno instaurato un proficuo dialogo con la squadra azzurra, riportando la propria esperienza sportiva e socio-culturale, all’interno del gruppo azzurro e motivandolo ad una crescita tecnico-agonistica. L’occasione è stata altresì utile per integrare nel gruppo tricolore e sul territorio italiano i due ragazzi extracomunitari, che hanno iniziato un percorso di studio e di lavoro in Italia. Questa esperienza di socializzazione ha originato la costituzione di un vero e proprio gruppo di lavoro stabile garantendo la perfetta cittadinanza sportiva ai due ragazzi extracomunitari. Il progetto ha dimostrato come l’integrazione possa una duplice opportunità di sviluppo sia per il singolo atleta integrato sia per la comunità che lo accoglie, utilizzando lo sport come veicolo in un percorso di integrazione collettiva.