MANFREDI RIZZA PAGAIA VELOCE! LA LAUREA IN 36 SECONDI? "SAREBBE UN SOGNO"

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/>Un 2016 da protagonista con tanto di partecipazione olimpica e finale conquistata ai giochi di Rio. Un anno importante insomma quello appena trascorso per Manfredi Rizza, velocista azzurro della Canottieri Ticino Pavia già pronto a ripartire, senza dimenticare quanto di buono fatto nella passata stagione, a partire dall’oro in coppa del mondo a Duisburg; una gara fulminea, rapida, potente, arrivata in un weekend fondamentale per la qualifica, poi conquistata, verso Rio: “E’stata una gara strana - spiega Manfredi - arrivavo dalle qualifiche ed ero comunque già soddisfatto anche se non sicuro al 100% di aver centrato l’obiettivo di qualificarmi a Rio. Comunque, proprio in quella finale sui 200, ero al tempo stesso sereno e non ho fatto altro che ripetere la stessa gara messa in acqua in qualifica; non mi sono dovuto reinventare nulla. La soddisfazione per l’oro, ovvio, è stata tanta anche se comunque la situazione era particolare, io avevo finalizzato la preparazione a quell’appuntamento e di conseguenza stavo molto bene. Quando mi sono accorto di aver vinto? Solo al traguardo; ero in corsia laterale e quindi non avevo una chiara percezione di ciò che accadeva attorno a me. Ma una volta al traguardo ho capito, e sono stato ovviamente contento di quanto fatto”.

Un oro che non è comunque frutto del caso; a dimostrazione di ciò sono i risultati precedenti e successivi a quella medaglia nel K1 200. A partire dai podi conquistati sul K4: “Dopo Duisburg sapevamo che in equipaggio valevamo molto e che ci sarebbero stati ben pochi K4 più veloci di noi. Al tempo stesso sapevamo che nulla era scontato vista la brevità della gara e le tante variabili. Comunque sia, dopo l’argento di Duisburg in K4 e i risultati dell’anno precedente con l’equipaggio quasi identico a quello schierato nel 2016, abbiamo spinto ulteriormente a Racice e lì, l’unico modo per tornare a casa soddisfatti era vincere l’oro. E così abbiamo fatto; Bertolini, Rizza, Cecchini e Crenna non hanno tradito le attese e ci siamo presi una bella soddisfazione”. 

Gioie costruite grazie a tanto lavoro, sudore e fatica: “La fatica per noi è ordinaria amministrazione - spiega Rizza - e l’essere arrivato all’Olimpiade mi ha dato grande gioia. Una volta in gara volevo come prima cosa conquistare la finale; e quando l’ho ottenuta la gioia è stata tantissima; c’è anche un po’di retrogusto amaro, inevitabile, perchè arrivato a quel punto avrei voluto fare altrettanto bene in finale e prendere la medaglia. Purtroppo non è andata così e ovviamente mi dispiace, ma quest’esperienza mette basi importanti per programmare già il nuovo quadriennio e puntare dritti a Tokyo 2020, percorso che abbiamo già iniziato a tracciare anche assieme al mio tecnico Stefano Loddo. Chiaro, sono consapevole che non sarà facile arrivarci, anche perchè a livello italiano ora la competizione si è alzata, stanno crescendo giovani interessanti e io, che di anni ne ho 26, so che non posso più permettermi di “bighellonare” o scherzare. E’un ostacolo, ma è soprattutto uno stimolo e un bene per l’intero movimento perchè se sono arrivato all’Olimpiade lo devo anche ai tanti ragazzi che si sono allenati con me, mi hanno costretto a spingere forte e a dare il massimo in ogni occasione. E in barca, a pochi attimi dal via della finale olimpica, ho cercato di dare tutto anche per chi aveva pagaiato e sudato al mio fianco”.

E adesso? Dopo un anno olimpico quali sensazioni si portano a casa? “Beh, soddisfazioni, emozioni positive ma anche, inevitabilmente, un po’di stanchezza fisica e mentale. Ed è anche per questo che nel 2017 mi concentrerò molto sugli studi, dando seguito alla triennale in ingegneria meccanica puntando ora alla specialistica, all’università di Milano, in ingegneria dei materiali. Certo, continuerò a gareggiare, soprattutto a livello nazionale, ma il mio fisico mi ha chiesto un po’di “riposo” e credo sia giusto concederglielo. Pronto comunque a ripartire a tutta puntando a Tokyo non appena sarà passata questa fase. Certo, se riuscissi a laurearmi in 36 secondi netti, con lo stesso tempo cioè che ho fatto segnare nella finale olimpica di Rio 2016, sarei felicissimo, ma mi sa che non sarà così rapida la cosa, qualche attimo in più per la laurea mi servirà. Nel frattempo però mi vedrete ancora presente e, spero, veloce, sui campi gara. Perchè la passione, quella vera, non si ferma mai”. 

E a proposito di passioni...che fine hanno fatto gli episodi successivi della serie web realizzata dalla Wild Duck Entertainment? C’è un ampio pubblico in attesa? “Lo so, lo so - commenta Manfredi sorridendo - ma il 2016 intensissimo mi ha impedito di dedicarmi ad altre cose oltre alla canoa. Diciamo che proveremo, assieme ai miei compagni di club, a riprendere quanto prima anche con le riprese. Non so ancora quando, ma tenteremo”.